Working World – Progetto Fotografico
La mia prima volta in India, il mio primo giorno, alla scoperta di Delhi. A una persona in viaggio con me si rompe una scarpa. Sul marciapiede, sotto un portico, un uomo, forse vecchio, certo non più giovane, sta seduto davanti ai suoi attrezzi da calzolaio.
Prende la scarpa da riparare e inizia subito a lavorare alacremente. Le mani un po’ tremanti e qualche sguardo esitante di sottecchi, tradiscono l’emozione. “Bisogna farlo bene questo lavoro che mi ha chiesto sāḥib!”
La timorosa consegna, e il pagamento. Poche rupie, ma evidentemente molto più di quanto fosse abituato a guadagnare: il suo volto è raggiante e incredulo, quasi spaventato da questo evento inatteso, regalo degli dei?
Non l’ho saputo fotografare. Troppo emozionata dalla scoperta di quel mondo per me nuovo, e troppo a disagio con quella macchina fotografica che allora era per me più un ingombro da dovermi trascinare tra polvere e caldo umido che una fedele compagna di viaggio.
Non l’ho saputo fotografare, ma quello sguardo e quell’espressione sono impressi nella mia memoria. Non li ho purtroppo più incontrati, ma mi accompagnano quando nei miei viaggi guardo chi lavora e cerco di portare con me e nelle mie foto cos’è e cosa significa il lavoro nel mondo, quali sono i valori, le arti, le durezze, le situazioni che si nascondono dietro gesti quotidiani necessari per vivere, o spesso per sopravvivere.
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